“Sportiva d’Autore. LMX, un Sogno italiano degli Anni Sessanta” è il nome della mostra aperta fino al 20 novembre al MAUTO (il Museo dell’Automobile di Torino).
Un percorso nato per raccontare la storia di LMX Sirex, un’automobile fatta di persone, idee, design, coraggio. Una mostra che vuole rendere omaggio a questa sportiva d’autore, un’avventura pensata a Milano e realizzata a Torino, straordinaria nel successo e nel fallimento. Cinque vetture esposte, provenienti dalla collezione privata di Renato Montalbano e di suo figlio Giorgio, tra i pochissimi esemplari rimasti al mondo.
“Ne hanno fatte poche, le realizzavano a Torino” – afferma Renato Montalbano – “Della storia di questa macchina si è sempre saputo pochissimo. Nel corso degli anni me ne sono appassionato e poco per volta ho iniziato a conoscere le persone che ne hanno fatto parte. Ognuno di loro mi ha raccontato un piccolo pezzo. E l’insieme di questi puzzle ha composto un mosaico che ha dato vita a una storia affascinante che purtroppo è finita come tante vicende italiane. Con tante genialità e creatività, ma scarsi mezzi economici”.
Cinque LMX, 4 coupé e 1 spider, oltre ad un telaio e una scocca, riunite tutte insieme dopo 50 anni, pronte per essere ammirate, conosciute, studiate e apprezzate per lo stile e la forza che esprimono e la storia che si portano dietro. La mostra, curata da Raffaello Porro, è illustrata da pannelli descrittivi di una storia che Renato Montalbano ha raccolto negli anni per poter testimoniare e tutelare l’importanza tecnica e storica di queste affascinanti vetture.
La mostra “LMX Sirex, un Sogno Italiano degli Anni Sessanta“, aperta al pubblico fino a domenica 20 novembre, è un percorso immersivo che si sviluppa lungo 7 differenti aree tematiche: Intro, La Storia, Lo Spider, Il Coupé, Il Telaio, La Scocca, La Tecnica, La Sovralimentazione Turbo.
Quella di LMX Sirex è l’avventura imprenditoriale di Gianni Mandelli e Michel Liprandi che finì precocemente nei primi anni 70, dopo che erano state prodotte 42 vetture (37 coupé e 5 versioni aperte), delle quali oggi sopravvivono pochissimi esemplari. Un’avventura caratterizzata da genialità, coraggio e grande imprenditorialità, ma con scarsi mezzi economici, che ci ha lasciato un’auto disegnata con un occhio all’America e alle nuove suggestioni stilistiche della fine degli Anni ‘60 e con l’altro all’Italia, maestra di stile e indiscutibile riferimento al mondo per eleganza ed equilibrio delle proprie vetture, autentiche icone di classe e di design.
Isabella Fresia
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